Inizialmente tante idee per Capodanno: “dai affittiamo una casa in montagna!” o “dai, andiamo da qualche parte”. Ma poi il miglior programma è stato quello che abbiamo scelto: amici del cuore (Danila e Matteo, anche conosciuti con il blog The Broken Fork) e tanto buon cibo di qualità, delle nostre terre.

Abbiamo optato per preparare quasi tutto noi, con materie prime che provenissero principalmente dalla nostra meravigliosa Regione. Vino, carne, birra, tortellini in brodo, salmone (per quanto riguarda il salmone, vi spiegherò dopo).

Iniziamo con il menu?

Antipasto 1: Salmone Upstream in tutte le sue forme

Il Salmone di Upstream non è pescato in Emilia Romagna, mi pare abbastanza logico, ma l’azienda è di Collecchio (in provincia di Parma) e lo abbiamo scelto perché è etico e lavorato con metodo artigianale. E poi perché è buonissimo, sublime. I salmoni di Upstream e del suo fondatore, Claudio Cerati, provengono dalle acque incontaminate dell’arcipelago delle Faroe Islands, situato tra l’Islanda e la Scozia, che gode di eccezionali condizioni biologiche, ideali per la riproduzione.

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Appena pescato, il salmone fresco viene immediatamente sottoposto a un’accurata lavorazione. Nel corso degli anni Claudio Cerati ha messo a punto una speciale marinatura a secco in più fasi con due soli ingredienti: sale marino e zucchero. Durante ogni passaggio il salmone perde liquidi, subendo un calo del peso finale del 20-25% rispetto al prodotto fresco. Questa tecnica consente a una materia prima eccezionale di mantenere il giusto equilibrio tra sapore e morbidezza. Anche l’affumicatura è “made in Italy” ed è eseguita con un mix di legni, principalmente faggio, interamente raccolti nei boschi del Monte Caio sull’Appennino Parmense. Un’affumicatura aromatica e delicata, proprio come quella “di casa”.
Prima del confezionamento sottovuoto, viene posta una foglia di alloro, come simbolo e richiamo agli aromi dell’affumicatura.

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Avendo preso una confezione da 750 gr (si, siamo dei pazzi), il giorno dopo abbiamo fatto un bel brunch con le tigelle di Matteo, uova strapazzate, guacamole e salmone!

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Antipasto 2: tigelle fatte in casa da Matteo

Ho come l’impressione che non mi darà mai la ricetta di famiglia. Erano buonissime: mollica quanto basta, croccanti fuori, morbidissime dentro. Deliziose! Ha anche provato a fare un secondo impasto sperimentale, con la birra. Non sembrava neanche il suo primo tentativo!

Le tigelle hanno poi accompagnato tutto il pasto e anche la colazione/brunch del giorno dopo! Ah e Matteo ci ha lasciato una bella scorta in freezer, il Signore lo benedica 😀

tigelle

 

Primo piatto: tortellini in brodo

I tortellini sono stati preparati a mano da Danila, Matteo e la nonna di Matteo. Matteo è figlio e nipote di sfogline, Danila è diventata bravissima negli anni nella produzione casalinga massiva di tortellini: li fa bellissimi e piccini. Matteo ha tirato la sfoglia, insieme hanno preparato l’impasto per i tortellini. Danila e la nonna di Matteo li hanno poi chiusi insieme. Erano perfetti, impasto esattamente come piace a me e chiusi alla perfezione. Ho già comunicato loro che verranno rapiti per fare giornate di produzione massiva (casalinga) di tortellini. Ah no, forse non li ho ancora avvisati!

tortellini

Io invece, con la carne da brodo di Zivieri, acquistata da Romanzo, ho preparato il brodo con la mia personalissima ricetta di famiglia: misto brodo (lingua, osso, polpa), odori rigorosamente interi (cipolla, sedano, carota), un pomodoro emmezzo, due spicchi d’aglio, il tutto fatto andare dalle 12:00 del 31 alle 18:00, con una riscaldata finale alle 20:00.

Con la carne della Macelleria Zivieri era impossibile sbagliare, da quando ho iniziato a prendere il misto da brodo da Romanzo, il mio brodo è finalmente come quello che facevano i miei genitori quando ero piccina. Quindi mi raccomando, anche per il brodo, non scegliete una carne qualunque. E la Macelleria Zivieri non è una macelleria qualunque. È una filosofia, è la sicurezza che quello che si sta mangiando è stato allevato in modo equo e naturale, con le bestie allo stato brado ed una macellazione che rispetta l’animale, durante la sua vita e durante la sua morte. La carne acquistata da Romanzo è tutta sotto vuoto e sull’etichetta si hanno tutte le informazioni che oramai pochi macellai riescono a fornirti: il nome e luogo dell’allevatore (se non è Zivieri stesso, comunque allevatori che seguono il credo della famiglia Zivieri e che allevano poco lontano da Bologna), la data di macellazione, l’età, il nome ed il numero di targhetta dell’animale, il luogo di nascita e di macellazione dell’animale.

Con il bollito e la lingua rimasti, Davide ha preparato, il giorno dopo, delle deliziose polpette. Del brodo non si butta via nulla!

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I secondi

Pulled Pork in tigella, spalla di maiale (Macelleria Zivieri) preparata da Davide, messa a marinare il 30 sera e cotta al forno per 6h a 150°, accompagnato da una salsa agrodolce sulle note abbastanza americane.

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Cotechino (precotto, sempre di Zivieri-Romanzo) con lenticchie.

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Il dolce: tenerina con mascarpone

Una deliziosa collaborazione tra Davide che ha preparato la tenerina e Matteo che ha preparato il mascarpone.

*ops, non ho foto, è sparita troppo in fretta*

Le bevande: vino e birra

Vino: pignoletto di Fattorie Vallona, Azienda Vinicola di Castello di Serravalle (BO), andato a prendere con tanto amore da Matteo e Danila. Se volete scoprire l’azienda vitivinicola Vallona e incontrare il suo titolare, non telefonate per un appuntamento, non mandate emails, non andate in cantina, ma in campagna. In mezzo ai filari troverete più facilmente Maurizio Vallona nei suoi vigneti distribuiti nel territorio dei Colli Bolognesi, magari impegnato a cimare o diradare personalmente gli impianti “storici” di Fagnano, vicino alla sede aziendale e alla cantina, a due passi dal Borgo Medievale di Castello Serravalle. Vallona vanta di quella speciale sensibilità e capacità di analisi per la natura, l’ambiente, il cielo, il suolo, la pianta. Qualità proprie di chi vive e ama la campagna.

Per l’antipasto abbiamo invece scelto una birra, per mia deformazione professionale, una Riserva Speciale del birrificio romagnolo Amarcord, per il quale lavoro da un pochetto ormai! La Riserva Speciale è una birra che bevevo con gioia anche quando non lavoravo per il Birrificio, una birra con Metodo Champenoise (con i lieviti dello Champagne) che, secondo me, ha accompagnato egregiamente il Salmone Upstream.

Per il brindisi, sempre per deformazione professionale, abbiamo voluto far assaggiare a Matteo e Danila la nuova nata di Amarcord, la Doppelbock A, una birra che è un incontro incredibile tra birra e vino e che nasce da un lungo processo in cui la birra viene lasciata ad affinare per diversi mesi in botti di rovere francese (del Podere Vecciano, sui colli riccionesi) per la fondamentale fase di affinamento, una fase nella quale la birra evolve in nuove e più complesse sfumature sensoriali. E quindi insomma, anche a Capodanno, ci siamo portati il lavoro a casa, ma con molto piacere!

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E poi tanti giochi di società: Pictionary, Saltinmente, ai quali io ho clamorosamente perso, Davide invece ha ben combattuto con Saltinmente, ma Danila è stata decisamente la regina indiscussa dei giochi di società.

Quindi dividendoci i compiti, la materia prima da più parti dell’Emilia Romagna, spendendo il giusto, siamo riusciti a passare un Capodanno tranquillo, con la panciotta piena ma soprattutto piena di qualità, cucinata tutta con le nostre manine!

 

Buon 2017 amici, che sia per voi sano, gustoso e pieno di risate con gli amici e gli amori, quelli veri.

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Credits: Danila

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Pappa Reale

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