Davide:  Ok Sele, prendo la macchina io questa domenica.”

Sele: “C-come? La macchina?

Davide:  Sì, la macchina.

Sele:  Ma c’è il Beer Attraction questa domenica.

Davide: “

…treno?

Sele: “Treno.”

Rimini. Domenica 18 Febbraio. Pioggia. Una grigia giornata come le altre.

NON PER NOI. RAGAZZI, NON PER NOI.

Vi ricordate la prima volta che siete stati a Mirabilandia? A Gardaland? A Disneyland? Probabilmente non vi ricordate quel fremito in fondo alla spina dorsale e le mani sudate dall’emozione.

Bene, a quasi 30 anni suonati, il Beer Attraction ce l’ha quasi fatta fare addosso dall’emozione.

Forse non solo per l’emozione.

Entriamo e ci riempiamo le tasche dei gettoni per gli assaggi di birra. 10 gettoni a testa, senza sapere che in realtà quasi tutti chiedono un solo gettone per assaggio. Partiamo carichi.

Si, questo è Davide 😀

 

Con un bicchiere al collo e la voglia di aprire una home-brewery ogni due passi, ci addentriamo nella selva delle spillatrici.

Con un occhio di riguardo al panorama internazionale, il Beer Attraction è una delle maggiori fiere dedicate alle specialità birrarie, senza tralasciare il canale Horeca per quanto riguarda il food. Le novità sono ad ogni angolo, ad ogni stand, in ogni bicchiere: i birrifici italiani e non si danno gara senza esclusione di colpi dal 17 al 20 Febbraio per contendersi il titolo di “birrificio dell’anno” organizzato da UnionBirrai.  I Beer-Nerd come noi non possono che partecipare a questa tenzone, brindando con la stessa birra vincitrice. Il comparto tecnico non manca: dai più semplici sistemi di imbottigliamento alle grandi apparecchiature industriali è possibile osservare lo scheletro che supporta la produzione della bevanda più antica del mondo.

Sì, lo sappiamo, siamo BOLOGNAFood. Ma è davvero un peccato capitale se la prima birreria che ci ha folgorato è stata proprio una pisana? Dopotutto siamo cresciuti a pane e D&D, non potevano che essere attratti da un birrificio chiamato “La Gilda dei Nani Birrai.”

Ragazzi, il primo soldino se lo sono guadagnati al 100%. E anche il secondo. ( Selena: “Ma la regola della “L” vale anche per la birra? Questa è troppo buona.”). Sicuramente la Cordis ha fatto un critico nel nostro cuore.

Ma torniamo sui nostri passi.  Vediamo cosa propongono i rosso-blu.

La nostra seconda tappa è “Ca’ del Brado”.

Più che birrificio, si definisce “cantina brassicola”: l’attenzione viene posta con cura sulla trasformazione del prodotto da mosto a birra, studiandone le ricette con fermentazioni dedicate e impreziosendole con maturazioni in botti di diversa tipologia. A dirla tutta, sono l’anello di congiunzione fra un birrificio e una cantina vinicola.  La “Cuvée de Zrisa Sour Ale”, nata dalla macerazione dei noti duroni di Vignola, saprà decisamente lasciarvi a bocca aperta. Provate per credere.

Il nostro percorso continua con “Zapap” (e non “ZapZap”, che Selena non sa pronunciare), Birrificio di Castelletto in Valsamoggia. Se capitate in via del Pratello ( o praticamente ci vivete, come noi)  non potete perdervi l’omonimo e adorabile localino in cui degustare un nostro orgoglio locale.

Presenziano inoltre “Birra Bellazzi” e “Manifatture Birre Bologna”: la prima, nata dalla passione di un ingegnere ed un chimico, produce birre ben fatte e “senza troppe menate”; la seconda nasce con l’obiettivo di creare un prodotto naturale arricchito da complesse sfaccettature.

 

Non dimentichiamo però di passare a trovare anche i nostri amici Romagnoli. “Amici”, diciamo che quando si parla di birra anche l’ancestrale conflitto fra Emilia e Romagna si può tranquillamente accantonare per berci su tutti insieme.  Birra Amarcord”, birrificio di Rimini, ci accoglie a braccia aperte presentandoci la sua linea classica ispirata al grande regista Fellini. Assolutamente immancabile è la sua “Riserva Speciale”, con la sinuosa bottiglia disegnata da Tonino Guerra, nata dalla fermentazione dei lieviti dello champagne.

Si, questa è Silvia al lavoro 😀

 

Senza allontanarci troppo dalla Romagna, il birrificio “La Mata” di Solarolo, in provincia di Faenza, segue direttamente tutto il processo di produzione della birra, dalla selezione delle materie prime fino al processo di trasformazione. Emblema dell’azienda è la “100% Speciale”, dove sia il malto d’orzo che il luppolo sono al 100% produzione locale.

E ora le menzioni speciali.

Atlas Obscura”, una imperial stout nera come la pece, dalle note cioccolatose e dal ricco profumo di caffè,  è una delle birre più corpose mai assaggiate. Da provare presso “Evoqe Brewery” di Trebaseleghe (PD).

Green Grape”, del birrificio medaglia d’oro 2018 “CR/AK”, ha saputo emozionarci grazie alle sue note agrumate del suo mosto di vino di Moscato Giallo.

Il resoconto dell’evento?

16 Birre per Davide, 11 per Selena. 6 corse urgenti al bagno. 3 messaggi vocali imbarazzanti agli amici. 2 Hamburger per fare “fondo”.

Sicuramente uno dei più interessanti eventi del panorama, ma per carità, venite in treno come abbiamo fatto noi.

Mi sento che faccio schifo. Madonna, sono 8 ore che bevo. Non devi bere acqua, sei ubriaco e rimani ubriaco.” (Cit. Ragazza sul treno.)