Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza, ché se la merita.” ( Pellegrino Artusi – ” La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene.”)

Ebbene sì, ci siamo sentiti perfino di scomodare il Sommo Artusi, il padre della cucina italiana, amante delle donne e della buona cucina. Impossibile per lui disitinguere queste due passioni, vecchio volpone.

Perchè , siamo onesti, dall’alba dei tempi sensualità e buona cucina sono le due metà pressochè inscindibili della sempiterna e peccaminosa sfera del piacere.

E a Bologna, ragazzi miei, questo è culto. Non siate timidi, se non siete del luogo quasi sicuramente avrete sentito declamare a gran voce i 3 “alfieri” della Grassa. Su, forza, non fateci ripetere per cosa stiano le tre “T”.

Per quanto siano affascinanti le  prime due “T” (lasceremo al lettore la possibilità di indagare sul loro significato), la terza T non poteva che essere quella dell’illustre Tortellino, il vero vanto di Bologna.

Le sue origini si perdono nel medioevo emiliano , come piatto decisamente povero successivamente raffinato nei secoli.

Si ritiene che la città natale del tortellino sia CENSORED.
(Ragazzi, sappiamo tutti che fra Bologna e Modena ci scanneremo in eterno per questo. Ma caliamo le armi per un momento, e fermiamoci a mangiare insieme. )

Una cosa è certa, il mito vuole che l’ispirazione originale del Tortellino sia addirittura l’ombelico della Dea Venere, o comunque quello di una bella figliola spiata mentre si stava spogliando.
Eccole di nuovo la donna, celebrata in questo piatto, incarnazione del piacere divino racchiuso in un quadrato di sfoglia.

Ma basta divagare, ci sta venendo davvero una fame assurda.

Se non siete a conoscenza del loro fascino forse è perchè non li avete mai provati. Non li avete mai provati davvero.
Ma siete fortunati, molto fortunati. Questo weekend potrete recuperare alla grande.

Dal 20 al 22 Aprile Eataly Bologna presenta “Bologna Ripiena”, tre giorni pieni di cibo ed eventi in cui i tortellini e i tortelloni saranno i protagonisti. In via degli Orefici 19 potrete trovare un ricco menù con diverse proposte, anche take away, laboratori per i bambini e l’appassionante disfida del tortellino.

Ma vi sveliamo un segreto. BolognaFood, lunedì 16 Aprile, presso Eataly Ambasciatori, ha già potuto assaggiare in anteprima quattro piatti a base di tortellini e tortelloni che potrete trovare anche voi durante questa manifestazione.


Lo abbiamo fatto per voi, lo giuriamo!

…va bene, giù la maschera, due bolognesi che si strafogano di tortellini sono come i bambini in un negozio di caramelle.

Dopo averci calorosamente accolto in una lunga ed elegante tavolata, il simpaticissimo e preparatissimo team di Eataly Bologna ci ha presentato i quattro piatti e i tre vini che avremmo degustato durante la serata.

 

Il primo assaggio è stato quello del classico tortellino presentato nel brodo di gallina anzichè del consueto cappone. Effetto “amarcord” assicurato. Dopotutto esiste un bolognese che non ha passato l’infanzia e le festività davanti ad un piatto di tortellini in brodo della nonna?

La carrellata continua con i tortelloni burro e oro. L’apice della serata è stato raggiunto, a nostro avviso, con questo piatto, grazie anche allo strepitoso ripieno di ricotta, una delle materie prime di altissima qualità di cui eataly può vantarsi. Semplicemente buonissimi.

 

A seguire troviamo un piatto di balanzoni burro e salvia. Il balanzone, che prende il nome dalla maschera di Carnevale della nostra città, è una versione meno ricca del tortellino. La sfoglia è preparata con l’aggiunta di spinaci, mentre al suo interno si ritrova un morbido ripieno in cui prevale la mortadella.

 

L’ultimo assaggio,  quello in cui lo chef ha riversato più creatività, è una reinterpretazione del classico tortellino, abbinato ad uno zabaione salato di parmigiano. Questo accostamento curioso potrà sicuramente conquistare anche i palati più avventurosi.

 

Questo viaggio nel mondo della pasta ripiena non poteva che essere accompagnato da un’eccellente selezione di vini.

Per cominciare il primo calice (e anche il secondo, ops) è stato un vino bianco delle Langhe, il Marin di Fontanafredda. Un vino dalle note balsamiche e di rosmarino, fresco e persistente.

Abbiamo poi continuato con il No Name di Borgogno, un’etichetta di protesta contro la burocrazia che ruota attorno ai nomi sul vino. Si tratta di un vino rosso, un nebbiolo molto simile al barolo, invecchiato per tre anni, dal marcato profumo speziato.

Come degna conclusione, a fianco dello zabajone salato, troviamo il BollaCiao,  un brut metodo classico, fresco ma carico.

La serata non poteva che essere un successo. La convivialità ha regnato sovrana su tutta la tavolata. Il vino ha saputo accompagnare le nostre risate e le nostre chiacchiere, e il tortellino ci ha scaldato pancia e cuori. Non può che essere un ottimo preambolo al successo del weekend dedicato alla pasta, “Bologna Ripiena”

Non vi è venuta voglia di assaggiare tutto? Qui siamo già tutti pronti per un secondo giro. Guai a voi se vi “sgamiamo” che non ci siete andati!

 

Per info, menu e orari seguite la pagina ufficiale dell’evento a questo LINK