Chi non è di Bologna o non c’è mai stato avrà sicuramente sentito nominare Via Zamboni, conosciuta per i suoi locali e le facoltà universitarie. Beh, percorrendo Via Zamboni si arriva in Piazza Verdi che è probabilmente il fulcro della movida universitaria della città.

Proprio in questa piazza lo scorso 13 Novembre ha aperto i battenti “Scuderia Future Urban CooLab”, un innovativo progetto che punta sull’eccellenza dei servizi di ristorazione, su innovazione e sperimentazione in ambito food, e sul dialogo tra le comunità come elementi per costruire un nuovo modo di vivere l’intera area, da molti considerata come degradata.

Io ci sono entrata un mercoledì sera (a due giorni dall’apertura) e mi è parso di ritrovarmi improvvisamente in uno dei tanti locali per universitari che ho avuto modo di frequentare quando vivevo in Inghilterra; un luogo in cui andare nella pausa tra una lezione e l’altra o semplicemente dove bere uno spritz prima di tornare a casa.

L’alto soffitto a botte e le pareti bianche pitturate di fresco infondono grande tranquillità nell’avventore. A rendere ancora più ameno l’ambiente, le innumerevoli piante che pendono sui tavoli e la gradinata in legno (che sulla parte destra del locale sostituisce in parte le comuni sedute) su cui sono sparsi cuscini patchwork realizzati dalla cooperativa sociale Made in Carcere, che sono lì quasi a dirti “prego, entra e mettiti comodo”.

La zone service ospita un coffee shop, l’area Gudful – happy & healthy dedicata al cibo sano (dove puoi ad esempio comporre la tua insalata e condirla con l’aceto di caffè prodotto nel locale stesso), e l’area dedicata al brand Tortellino, perché non dimentichiamoci che siamo pur sempre a Bologna!

Una chicca della zona service è lo spazio denominato POPUP che vuole avere la funzione di acceleratore, uno spazio messo a disposizione di chiunque voglia sperimentare e testare nuovi tipi di cucina in città.

In fondo al locale sono state collocate tre “casette”: Food Maker, Urban Farming e Food Alchimist di cui Beatrice, una dei responsabili del progetto che mi ha guidata in questo mio tour all’interno della Scuderia, mi spiega le funzioni. Il loro ruolo è quello di presentare prototipi e nuove tendenze in ambito food.

La casetta che mi ha sicuramente più affascinata è quella del Food Maker dove sono state istallate stampanti 3D, da utilizzare per stampare cosa ti starai chiedendo? Ma del cibo, ovvio! Si, perché se al tuo bambino ad esempio non piacciono i broccoli, puoi sempre provare a far loro assumere una diversa forma che sia più congeniale ai più piccoli; oppure è possibile stampare del cibo in piccolo formato per chi ha problemi di deglutizione… un perfetto connubio tra Food & Tech insomma.

La successiva casetta è quella dedicata all’Urban Farming, dove un agronomo ivi presente è pronto a spiegarti come coltivare le verdure in uno spazio domestico, e promuovere così una coltivazione a km0.

La terza e ultima casetta, invece, è quella denominata Food Alchimist dedicata ai prodotti fermentati (di grande tendenza in America e in Asia), il cui obiettivo è quello di rendere il cibo maggiormente biodisponibile, e quindi promuovere un’economia circolare che si autoalimenta attraverso il concetto di waste to value. Emblematica la scritta riportata SHI-LIAO-BO: il cibo che dura, il cibo che è vita.

Chi lavora all’interno della scuderia? Per la ricerca di alcuni dei membri dello staff, è nato il lodevole progetto Mygrants  volto a selezionare talenti tra i migranti e favorirne l’inclusione e l’integrazione sociale.

Questo innovativo laboratorio ha avuto origine dalle idee e dalle informazioni intercettate da Future Food durante un viaggio di 2 mesi organizzato nell’ambito del Master Food Innovation Programme, e volto a far scoprire le 10 migliori food hubs internazionali. Il “progetto Scuderia” vuole dunque essere una piattaforma di positiva contaminazione e ispirazione che utilizza la tecnologia a supporto della tradizione e del gusto, del resto “tutte le tradizioni sono innovazioni che hanno avuto successo”.

Ho scritto di Scuderia Future Urban CooLab anche QUI